venerdì 21 dicembre 2012

Circo Barnum

Come diceva Flaiano, la situazione é tragica ma non seria.

Quale altra considerazione si potrebbe fare dopo la lettura di quell'Epopea di Gilgamesh che sta diventando il topic dedicato a Piazzatorre sul forum vallare?

Rinvio a scorrere tutti i commenti a partire da questo, sino alla fine del topic.

A me sembra che davvero più manicomio di così sia difficile. In tutta franchezza, é la riprova che Non può essere questo blog la causa dei mali di Piazzatorre e che quest'ultima va ancora salvata: dalle sue lotte intestine.

L'unica cosa che mi sento di aggiungere, non avendone trovato traccia nel forum vallare, é una domanda da non esperto di diritto civile: ma oggi, anche ammesso che si raggiunga l'auspicabile accordo tra le parti, se gli impianti sono pignorati, non spetterebbe comunque al Giudice a dare il via libera al loro utilizzo?

giovedì 20 dicembre 2012

Vincitori?

Volevo scrivere questo post prima dell'intervento di SKIWEGGER, ora ne amplierò un pochino i contenuti.
Avrei comunque scritto che quel che sembra l'epilogo pessimo del 2012, ma forse non tutto é definitivamente perduto, non vede alcun vincitore.

Di certo non abbiamo vinto un accidente noi: forse la cosa vi sfugge, ma il Programma Integrato di Intervento (giuridicamente morto) non é mai stato revocato dall'amministrazione comunale, che se lo tiene al calduccio in qualche cassetto, pronto a rispuntare fuori, oplà, come un folletto malefico.
Quando avremo contezza della revoca di quel PII potremo dirci soddisfatti. Di quello, perché, come abbiamo ripetuto allo sfinimento, gli interventi sulle ex Colonie, fossero pure di totale demolizione e ricostruzione, ampliamento, sopralzo, quello che vi pare, sono sa-cro-san-ti.

Di certo non hanno vinto gli araldi dello sci a qualunque costo, quelli che ci tenevano così tanto a Piazzatorre che adesso hanno già prenotato altrove. Arrivederci a mai più, la vostra assenza farà solo bene.

Ha perso anche l'amministrazione comunale, prona di fronte a un progetto assurdo e sorda ai richiami di chi (noi), in tempi non sospetti manifestava numeri alla mano che i 55 milioni di investimento erano una bufala, che la premiata ditta M&V non sembrava avere quelle caratteristiche di solidità e affidabilità che necessitano di fronte a operazioni di tale portata.

Hanno perso i piazzatorresi, tutti, anche quelli cui degli impianti in fondo non frega nulla, l'immagine del paese é danneggiata anche per loro. 

Ops, no, non tutti, uno soddisfatto dovrebbe esserci, quello che "voglio vedere il paese in ginocchio", beh, sembra essere stato accontentato. Se non sapete o non capite chi é non preoccupatevi, significa solo che non conoscete abbastanza le saghe di Piazzatorre, in fondo é meglio così.

Come ho già detto, il titolo al blog non lo cambio, troppo casino. Però ho trovato corretti alcuni rilievi e ho modificato l'incipit, fermo restando che la metafora di Paolo la trovo corretta, non é nascondendo la parola crisi che i problemi passano.

Ora, visto che la pausa pranzo sta finendo anche per me, non mi resta che augurare a tutti voi buon Natale e miglior 2013, soprattutto a Piazzatorre, alla quale auguro anche, DI CUORE, che la mediazione in extremis condotta dal sindaco vada a buon fine. Da quaggiù mi piacerebbe sapere che le cose tornano a girare per il verso giusto.



sabato 15 dicembre 2012

Una cena? Purché si paghi il viaggio

Caro Macky, io la cena "a casa di Mara&C." non l'ho proposta, ma se ci tiene posso ospitarla.
Si paghi il biglietto però, perché il mio attuale domicilio é dalle parti di Kebayoran Baru, Jakarta, Indonesia (son solo sei ore di fuso orario), sto qua da un annetto salvo i rientri in Italia e ci starò ancora per parecchio.

Spiritosate pure se pensate possa servire, noi "custodi delle verità assolute" siamo certo meno britannici di voi quanto a sense of humor.

Di verità assoluta c'é solo che la vostra fede incrollabile nello sci-motore-di-sviluppo-e-unico-dio-in-terra-per-sostenere-le-comunità-di-montagna, sembra fare un po' cilecca.

Qui magari spariamo proposte a vanvera sperando prima o poi di imbroccarne mezza giusta su venti sbagliate, da voi ne sento sempre e solo una, quella che ha fallito.

Thanks to SKIWEGGER per il commento pacato, vorrei solo fargli presente che né io, né Paolo, forse un pochino lo era Claudio, lui sì, siamo verdi-anticonsumisti, né ci sentiamo oracoli e onniscenti. Proviamo a affrontare un problema che ci sta a cuore usando un approccio diverso, e se per caso coincide (ma non credo) con quello di chi crede in determinate ideologie, beh, amen. Il mondo é complesso, pensare di affrontare le situazioni con schemi semplici é da illusi.

Al prossimo post, e a quello dopo. Entrambi in preparazione.

venerdì 14 dicembre 2012

Qua o là, per me pari son

Un commento all'ultimo post di Mara mi ha solleticato una riflessione. Mi sono chiesto quali sono gli stimoli a recarsi in un luogo piuttosto che in un altro.
Banalità assoluta? Non tanto.

Penso, invece, che la nostra decisione di raggiungere una località di vacanza anziché un'altra sia dettata da valutazioni speculative che nemmeno ci accorgiamo di fare. Singoli elementi tipici della scelta potrebbero essere: bellezza dei luogo, offerta di divertimenti, costi di viaggio e soggiorno, distanza, tempo di percorrenza, suggestioni dettate da amici/conoscenti o letture/reportage, altro.

Come scegliamo però? Facendo una media o dando prevalenza a uno o massimo due elementi?

Ognuno ha sicuramente una sua risposta personale e non ci interessa qui fare una statistica. Trovo più interessante provare a capire quali sono le conseguenze di una scelta, ma più ancora vorrei capire se questo sforzo sia mai stato fatto a Piazzatorre.

Al dunque: se tutta la decantata bellezza delle Torcole, bellezza oggettivamente tale, indiscutibile, non regge come elemento portante di una scelta nel momento in cui sulle Torcole potrei ciaspolare, farmi scarrozzare da una slitta trainata da cani piuttosto che da cavalli, divertirmi su una motoslitta, un sacco di cose, insomma, ma non sciare (o almeno non facendomi prima trasportare da un impianto di risalita), allora quell'elemento non é quello prevalente. E se così é, non c'é politica turistica, non c'é iniziativa, offerta, programma che possa reggere nel momento in cui l'unico "oggetto" che sostiene il flusso turistico viene meno.

In questo senso, cari turisti delusi da quello che sembra l'epilogo della vicenda Piazzatorre, non potete proprio rimproverare nulla ai Piazzatorresi, alle amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo, ai vari operatori che "ci hanno provato": siete VOI ad averli indotti in errore, loro hanno solo fatto ciò che VOI volevate.

Vi hanno dato delle piste da sci perché quello vi interessava, vi hanno dato degli impianti di risalita perché quello chiedevate, si sono ammazzati con la monocoltura dello sci alpino perché quella era la droga di cui VOI li avete convinti avessero bisogno. E avete continuato a farglielo credere anche quando li stavate già abbandonando per altri luoghi, di montagna, di mare, in Italia, all'estero, quando compravate pacchetti all inclusive a Santo Domingo e vi ricordavate  di quel cazzo di paesino giusto per un paio di fine settimana durante i quali sfoggiare la tutina griffata o il SUV corazzato. Non contenti, pretendevate che sputtanassero un po' di più il loro paese, con nuove case, per consentire a VOI di giocare ancora sulla montagna che dicevate di amare ma che, in fondo, stavate solo scopando.

Ecco, io credo che le conseguenze di una scelta, a Piazzatorre non le avessero comprese. Adesso, che da Seregno "in mezzora" potete andare a Barzi, mentre a Piazzatorre mai e poi mai ci si arriverà in così poco tempo, nemmeno dopo la "Variante di Zogno", c'é chi (sbagliando) vi invita a non andare più da loro.

Noi, qua, vi diciamo: se avete un minimo di dignità alzate il culo e andate di corsa a Piazzatorre. Glielo dovete.

domenica 9 dicembre 2012

Nomi e cognomi

Sia ben chiaro: l'attuale situazione riguardante il pignoramento e la chiusura degli impianti non é figlia di nessuno, in compenso però, nella confusione, rischia di avere più genitori del necessario.
Il punto di svolta ha una data ben precisa: anno 2007. Fu allora che su Piazzatorre iniziò ad aleggiare l'ombra sinistra del Programma Integrato di Intervento.

Fino ad allora i problemi c'erano, ma, al netto della parabola discendente dello sci alpino come sport di massa (concetto che é bene rinfrescare), erano confinati entro diatribe tra proprietà e gestori, ancora affrontabili dotandosi di pazienza e buona volontà.

L'amministrazione dell'epoca, guidata da Federica Arioli, tentò di imprimere una svolta, un vero e proprio scatto di reni. Onore agli audaci, lo dico senza ironia.

Quella svolta però non nacque per caso né, sono certa, da una rivelazione ricevuta in sogno dalla dottoressa Arioli. Quando in una realtà territoriale così piccola si promuove un PII é perché l'input é arrivato dall'esterno dell'amministrazione. Questo non é un teorema, é un assioma.

Qualcuno, magari vicino alla/conosciuto dalla amministrazione comunale aveva in mente operazione e operatore, e li ha proposti entrambi. Le vicende successive non danno spazio a troppe alternative, non ricordo vi fu una corsa tra più soggetti per accaparrarsi il premio rappresentato dalla possibilità di attuare il PII. Alta Quota S.r.L. é stata varata a quello scopo, é salpata ed é affondata prima ancora di uscire dal porto, lasciando le sue rogne ai piazzatorresi, ai turisti, all'impresa che ora ha ottenuto il pignoramento della seggiovia.

Quel qualcuno abbia ora la compiacenza di dire pubblicamente "ho sbagliato".

mercoledì 5 dicembre 2012

Lo specchio

Di fronte al profluvio di commenti, proposte, improperi e quant'altro, di cui da giorni viene riempito il forum vallare, sommessamente vorrei portare l'attenzione su quello che personalmente considero lo specchio di Piazzatorre, in relazione al quale non mi ero mai esposto per mera delicatezza. Direi che giunti a questo punto se ne può fare a meno.

Lo specchio si chiama Montecampione.

Non sta in Val Brembana, bensì qualche chilometro più in là, in Valle Camonica (BS), ma le analogie con Piazzatorre, almeno per quanto riguarda la vicenda impianti, sono parecchie.

Solo due veloci links, poi chi vuole approfondisca per i fatti suoi.

Sto sul 2012, giusto per accennare a qualcosa di relativamente recente:



Direi che é sufficiente per far capire che sarebbe bastato guardare un po' più in là del proprio cortile per imparare cosa NON fare, NON dire, NON minacciare, NON promettere. 
E per capire che una soluzione per Piazzatorre, ammesso che ora possa esistere, é tutt'altro che dietro l'angolo, i Mr Wolf de noantri si astengano dal fornire ipotesi fantasmatiche destinate a schiantarsi contro i fatti.

lunedì 3 dicembre 2012

La dura legge della contrattazione

A Piazzatorre salta (per adesso) l'apertura degli impianti "Vaga", causa mancato accordo tra più parti. Partono lo stracciamento di vesti e gli sfoghi di protesta contro i presunti responsabili, pur senza ben conoscere le ragioni degli uni e degli altri. No problem, fa un po' parte del folklore.

Sarebbe bene però non dimenticare che se la trattativa é saltata ciò non é dovuto a un risveglio mattutino un po' tribolato, bensì alla mancata soluzione di divergenze che, nel loro nucleo, riguardano pur sempre diritti reali (nel senso civilistico), diritti ai quali sfido chiunque a dimostrare che rinuncerebbe senza batter ciglio.

Leggo poi in questo estratto da L'Eco di Bergamo, che i disaccordi son di casa anche altrove (vedasi a pag. 35 l'articolo su Colere e la polemica con altri centri sciistici). Piccola parentesi: ho utilizzato per avere l'estratto del quotidiano l'ottimo servizio di Orobie Vive, sito nel quale non ho trovato inni alla gioia per la chiusura di Piazzatorre, come qualcuno va scrivendo sul forum vallare, magari non li ho visti.

Insomma, per quanto possa spiacere, i contratti si firmano se le parti si accordano intravedendo reciproco vantaggio, evidentemente nel caso di Piazzatorre qualcuno ha valutato che il gioco non valesse la candela, punto. Gli improperi non servono a nulla, proprio a nulla, se non a far scrivere altre sciocchezze del tipo "turisti statevene a casa".

Invece no, chi ne ha la possibilità DEVE andare a Piazzatorre, se la ama davvero, infischiandosene della seggiovia ferma. Si può pur sempre ciaspolare eh!


sabato 1 dicembre 2012

Dagli amici mi guardi Iddio...

Beh, che dire, Piazzatorre ha problemi interni non indifferenti, ma di fronte a notizie come questa, antecedenti quella funerea della scorsa notte (la non apertura degli impianti per la stagione 2012-2013), qualche domanda su chi sono gli "amici" su cui una località può contare, io comincerei a farmela.

giovedì 29 novembre 2012

Lo sfigato

Stasera, 29 novembre 2012, a Piazzatorre sta facendo la sua comparsata uno dei politici contemporanei più sopravvalutati: Maroni Roberto, da Lozza (VA).
L'eterno secondo che per diventare primo ha dovuto attendere il rimbambimento del capo, l'uomo che da ministro aveva garantito un futuro radioso per la sua città, Varese, alla quale non ha saputo assicurare una viabilità d'accesso decente, e che (vedi quant'é cattiva la sorte con gli sfigati) salvo miracoli dell'ultima ora si vedrà retrocessa a ciò che fu sino al 1927, cioé un territorio vassallo di Como.

Non male per uno che pretende di essere, oltre che l'operatore ecologico all'interno del suo partito di beoti, il futuro "governatore" della Lombardia.

Io non so se stasera sia effettivamente arrivato a Piazzatorre, in cerca di rinvigorire gli stracchi rapporti con valligiani convinti che il mondo civilizzato termina dalle parti di Dalmine, spero di no, perché di uno sfigato come lui (che nell'Italia post Monti conterà come il due di picche con briscola di cuori) Piazzatorre non ha davvero bisogno.

domenica 25 novembre 2012

Voltare pagina

Mentre a Piazzatorre ci si arrovella sulla apertura delle Torcole (solo la Vaga, non anche la Soliva, no nessuna delle due!) in conseguenza del forfait dato dal pur bravo imprenditore bresciano Massimo Botta (che ha ceduto le sue quote a un altro soggetto), non avendo voglia di entusiasmarmi per questa stantìa diatriba (troppo forte l'odore di muffa), mi sono dedicato a leggiucchiare il Programma di Sviluppo Turistico per le Orobie, un documento non recentissimo (risale al 2008).

Trovate il cosiddetto "Documento strategico" a questo indirizzo. Non sperate contenga chissà quali pensate. Il documento é uno dei numerosi affastellamenti cartacei che ingolfano le scrivanie di sindaci, assessori provinciali, assessori regionali. Caratteristica comune a tutti questi infusi di "strategie" (é pieno di Rommel e Montgomery là fuori, l'avreste mai detto?) é la stereotipazione delle affermazioni: potreste prendere una manciata di documenti strategici, frullarne i contenuti, riassettarli alla meno peggio, e quel che otterreste non si discosterebbe più di tanto dai contenuti di partenza di ognuno.

Guardatevi le pagine 70 e 71, che riguardano l'analisi SWOT per la Valle Brembana, c'é quel che serve per capire cosa non si é fatto e cosa si é fatto di sbagliato. Un po' meno per quanto concerne quel che si potrebbe fare.

Proseguite nella lettura delle varie "strategie" (ancora!) e governance (parolone dietro al quale, come spesso capita con i paroloni, si nasconde la confusione o il nulla), scoprirete che tra "marchi", "tavoli", "agende", "coordinatori" e "monitoraggi", é tutto un profluvio di iniziative che solo in parte, e in misura non sempre significativa, c'entrano col turismo.

Scaricatevi poi le schede d'intervento recate attraverso i "Piani d'azione", capirete meglio perché questi strumenti, i PST, servono (a chi li fa, ai consulenti tecnici, a chi li valuta, a chi progetterà interventi, a chi riceverà finanziamenti pubblici per opere d'interesse privato, ecc.) pur senza essere efficaci.

Grande assente di questi piani é il turismo inteso come vocazione, come cultura dell'accoglienza, come consapevolezza di legami tra uomo e territorio. Ecco perché serve voltare pagina, chiedendo agli operatori del settore di smetterla con le lagne rivolte alla politica, chiedendo a quest'ultima di smetterla di costruire ragioni per essere interpellata.

domenica 18 novembre 2012

Durissimo colpo per lo sci alpino!

La parabola dello sci alpino rischia di chiudersi drammaticamente! 
La spietata concorrenza di blasonate località marine dello Stivale sta per portare un assalto finale decisivo.

Dal Moncenisio al Tarvisio é allarme!

CITOYENS! AUX ARMES!



 post ironico, astenersi seriosi e fanatici vari

lunedì 5 novembre 2012

Ma cos'é questa crisi? parapà papà



Crisis? What crisis? Su su, come diceva quell'altro "i ristoranti sono pieni, si fatica a prenotare l'aereo [lui no, ha quello privato] e la gente gira con due telefonini".

Abbiamo visto come é (non ancora temo) finita.

Dunque sursum corda, per Sant'Ambroeus e l'Immacolata code oceaniche nelle valli e lungo i litorali, traffico a rilento tra Rioveggio e Barberino del Mugello, e outlets che esplodono per la troppa ressa.

Ah già! Quasi dimenticavo, controllare le funi portanti che col troppo carico rischian di cedere.

Ho intitolato questo post prendendo a prestito Rodolfo de Angelis, ma avrei potuto usare un titolo più prosaico: fughe dalla realtà.

domenica 4 novembre 2012

Ovvietà indigeste

Ci pensa il Corrierone di ieri a ricordarci che non c'è la coda per acquistare case nelle valli, cosa risaputa per chi voglia tenere gli occhi aperti sulla crisi e sull'evidenza che una seconda casa rischia di essere per sempre come un diamante, ma senza la stessa aura di romanticismo.

Il surplus edilizio esistente dovrebbe costituire elemento più che sufficiente a evitare nuove espansioni e "completamenti" (nel senso che completano l'inadeguatezza funzionale di una struttura urbana già precaria, ammazzandola definitivamente), per puntare a recupero e riqualificazione dell'esistente, ma tant'é, i Comuni pensano ancora a far cassa con gli oneri e l'IMU (che adesso, per inciso, farà fuggire chi ha abbastanza gambe per correre).

L'offerta edilizia va tutt'ora per la maggiore, i commercials delle varie società che propongono tramite bionda d'ordinanza "la tua casa nel verde delle valli bergamasche, a partire da 59.000 €" sono trasmessi un giorno sì e l'altro pure su varie reti (é bastata una settimana a Milano per farsi una cultura televisiva in materia); l'offerta turistica vera, quella che si basa sui servizi al turista, langue e sembra affidarsi più alla buona volontà di qualche pro loco o di qualche comitato, i professionisti del settore non paiono mostrare troppo interesse. Tempo di farsi delle domande? Forse sì.

Intanto, la neve sulle Orobie é arrivata, Foppolo apre e Valtorta pure, almeno così pare. Da Piazzatorre nessuna segnalazione pervenuta. Frammentazioni proprietarie e assenza di bacino idrico artificiale pesano ancora parecchio sul futuro degli impianti, forse la buona volontà e la competenza di chi é subentrato ad Alta Quota nella gestione della Gremei reggeranno un'apertura a metà anche per questo inverno, ma é evidente che parliamo di prospettive a breve termine.

Checché ne dicano i cementificatori seriali, non é a nuove case che occorre rivolgersi con lo sguardo speranzoso. Anche sciogliendo i nodi delle proprietà degli impianti (auspicabilmente senza impiego di soldi pubblici!) o si costruiscono un'offerta turistica e, parallelamente, una lavorativa (nei servizi all year long per turisti) o non si andrà comunque molto lontano.

mercoledì 17 ottobre 2012

Tre quarti di notizia

Non che si pretenda dall'Eco quel giornalismo d'inchiesta che ormai appartiene a malapena a uno-due quotidiani nazionali e giusto a un paio di trasmissioni televisive, ma dare una notizia come quella riportata da Valbrembana News, senza sbattersi a capire PERCHE' una banca fa marcia indietro, aspettando che le informazioni piovano dal cielo (ché dai Comuni abbiam capito che non arriva mai uno scoop serio), serve davvero a poco.

Azzardo un'ipotesi? Rifatti per benino i conti a qualche direttore finanziario é sorto il dubbio che la redditività dell'operazione non sia sufficiente a remunerare gli azionisti come si conviene (cioè come conviene a loro: tanto) e, si sa, di fronte al dubbio, meglio mandare tutto in soffitta.

Però, caro Eco, almeno il nome della banca, dai, uno sforzicino, non farci pensare maliziosamente che sia quello di uno degli istituti che stanno seduti nel vostro board.

martedì 16 ottobre 2012

Finalmente qualcosa di buono

Il Governo dei tecnocrati forse non passerà alla Storia per aver salvato il Paese ma almeno una cosa buona l'ha fatta.
Il disegno di legge contro il consumo (meglio, il cattivo consumo) di suolo ha visto finalmente la luce, dopo che per anni i governi "politici" avevano girato il naso dall'altra parte. Vuoi mai che gli amici cementieri e costruttori gli togliessero i voti eh!
Una prima disamina dei contenuti del decreto la trovate qui
Mio il commento n. 12.

mercoledì 10 ottobre 2012

Scelte inevitabili ma...

...non necessariamente perdenti.

Per lo sci sull'Arera la parola fine era scritta da un pezzo, ma la decisione del Comune di Oltre il Colle di smantellare i ferrivecchi e realizzare una seggiovia da utilizzare nei mesi estivi é ineccepibile.

Prevengo le lagne dei soliti noti: NON VOGLIAMO che gli impianti di Piazzatorre facciano la stessa fine di quelli di Oltre il Colle, auspichiamo, invece, che possano essere utilizzati ben oltre la stagione invernale e che siano essi stessi elemento di richiamo, al pari di iniziative turistiche e non mattonare, che favoriscano il ricircolo di presenze a Piazzatorre, fosse anche solo per i fine settimana, dal 1° gennaio al 31 dicembre.

lunedì 1 ottobre 2012

Ecce PTRA

Beh, l'annuncio ora c'é.

Circa i contenuti si vedrà.

La premessa di Belotti é buona: "con le seconde case abbiamo raggiunto il limite. Il territorio è già stato pesantemente compromesso da questa ormai superata tipologia di turismo e lo sviluppo futuro delle valli bergamasche e della parte montana della provincia di Lecco, non dovrà più passare per la villetta in montagna", ma quel che seguirà davvero lo si saprà tra un po'.

Certo, se penso a quel che fu il Piano Territoriale d'Area per Malpensa e a quello che é il PTRA per Montichiari, l'ottimismo lo posso anche riporre in soffitta.

sabato 29 settembre 2012

Debito d'ossigeno

Avete presente quando si affronta una corsa senza essere adeguatamente allenati, vero?
Cosa succede? Il cuore accelera, la sensazione di affanno diventa sempre più intensa, sudore, dolori alla milza, la respirazione si fa irregolare. Fame d'ossigeno.

Poco ossigeno nel sangue, non tanto quanto ne servirebbe.

Succede anche ad altri soggetti di essere in affanno più spesso di quanto (non) si vorrebbe. Stavolta non si tratta di persone.

Vedere qui e qui.

E mi spiace per il prof. Franco Brevini, ma le sue affermazioni, come abbiamo innumerevoli volte argomentato da quattro anni a questa parte, non reggono del tutto, a partire dal titolo: "sistema Bergamo"? Quale sistema?

domenica 23 settembre 2012

Cosa si vuole essere

La lettera di un lettore de La Stampa, riportata solo per estratto nel sito di quel quotidiano, ma leggibile integralmente grazie al sito ruralpini.it, ripropone indirettamente il tema che dà il titolo a questo post: cosa si vuole essere.

Sapere cosa si vuole essere é forse il punto più delicato e difficile che la montagna (o meglio i suoi, sempre meno numerosi, abitanti) deve decidersi ad affrontare.

La difficoltà é rappresentata dal coacervo di volontà, esigenze, aspettative che entrano in gioco l'una contro l'altra.

Servono mediazioni, serve la capacità di trovare compromessi accettabili per tutti, il che comporta che tutti rinuncino a qualcosa.

Una montagna pura e austera forse non é più proponibile, pena il suo abbandono. Un luna park d'alta quota sarebbe d'altro canto un disastro irrecuperabile.

La sfida a trovare il corretto equilibrio, il compromesso accettabile, ripropone il paradigma della complessità, dei processi non lineari e non reversibili. Complessità non é complicazione. Un orologio complicato lo puoi smontare e rimontare, e sei sei stato abile funzionerà come prima.
Un organismo complesso lo puoi smontare, ma rimontarlo é impossibile. Ogni azione condotta a carico di un ecosistema che ospita anche l'uomo va calibrata con attenzione, pro e contro, assicurandosi che i secondi siano quanto più possibile ben lontani dal raggiungere i primi.

giovedì 20 settembre 2012

Ah, se ne accorgono finalmente?

Strano, strano davvero, due notizie che, fossimo stati noi a scrivere qualcosa di analogo ci avrebbero lapidato.
Quando parlammo di Ornica e del suo modello di albergo diffuso qualcuno commentò che lui "veniva in Val Brembana da trent'anni e non ne aveva mai sentito parlare"! (tradotto: tutte cazzate).
Quando scriviamo del numero abnorme di seconde case, che fanno un po' Ghost Town (ma tanto al milanese che je frega?) apriti cielo, lesa maestà!
Se però é L'Eco a riportare fatti come questo e questo, allora tutti zitti e compunti.
O forse no. Non mi stupirei se, tempo quarantott'ore arrivasse qualche bella dichiarazione del solito rappresentante della lobby mattonara o di qualche politico sul libro paga della medesima, a raccontare che in realtà il problema é che occorre puntare a un'edilizia di maggiore qualità, con i doppi vetri e i pannelli fotovoltaici sul tetto, che fan tanto "green" (e soprattutto "gran"!).
Nel frattempo qualcun altro si sarà stufato di fare il pendolo sulla A4 regalando anni della sua vita alla Società Autostrade per l'Italia e avrà deciso di spostarsi in pianura, che sì, é vero, un po' di PM10 si respira, ma di qualcosa si deve pur morire.

domenica 16 settembre 2012

Muri

Nel precedente post "Remarque" sostenevo che tutto sembra immobile in quel di Piazzatorre, mi sbagliavo però.
Non ero al corrente che la stagione estiva ha visto qualcosa muoversi, iniziative semplici, poco costose, a opera di volenterosi, in massima parte turisti.
Scarsa partecipazione da parte dei piazzatorresi, ancor meno collaborazione, Ufficio Turistico e pochi altri a parte.

Perché? Va a saperlo.

O forse lo so, chi ha la convinzione di avere le soluzioni a tutti i problemi non ammette che qualcun altro proponga percorsi diversi. La concorrenza é sempre pericolosa, meglio non incoraggiarla, non sia mai che prenda piede la consapevolezza che il turismo vive di iniziative prima che di muri.

Muri di edifici. Muri mentali.

La vita dell'Alta Valle sembra vedere scandito il proprio tempo dai muri: quelli nuovi, quelli vecchi, quelli davanti agli occhi.

venerdì 14 settembre 2012

Da non crederci

Due notizie, una più incredibile dell'altra, per quanti in antitesi l'una con l'altra.

Partiamo dalla notizia meno recente, quella brutta, la trovate qui. L'ennesimo (il terzo) tentativo di regalare ai concessionari autostradali la possibilità di costruire fregandosene dei vincoli, piani urbanistici comunali inclusi, che valgono per tutti gli altri mortali.
L'assessore Cattaneo, ciellino di ferro e braccio destro di Formigoni, ha deciso di correre in soccorso di chi non ne ha bisogno.

L'altra notizia, bella stavolta, é questa.
Il bocconiano liberista che parla come un ambientalista qualsiasi, roba da bestemmie in chiesa!
Chissà che sfoghi sulla pelle verranno a certi tristi figuri, professori universitari anche loro, e pilastri di un think tank del liberismo duro e puro (cui non intendo fare pubblicità), quello che non coltiva dubbi ma solo incrollabili certezze, i quali farneticano da mesi di quanto Monti sia in fondo uno statalista.

Beh, visto come stanno andando le cose nella nostra beneamata regione, in relazione al taumaturgico EXPO 2015, vien quasi da dire: evviva Monti!

giovedì 6 settembre 2012

E questa ci sta tutta!

Sì, questa sfuriata fin troppo educata di Ruralpini contro quell'ectoplasma che é il Parco delle Orobie Bergamasche, ci sta proprio tutta, e non solo ne riporto il link, ma pure copio e incollo.
Solo sulle considerazioni rispetto all'orso non mi trovo del tutto d'accordo, sia perché se l'orso ritorna in un certo ambiente non si può fargliene una colpa, le montagne sono anche casa sua, sia perché altrove quasi si augurano che tornino gli orsi e facciano fuori un po' di cinghiali, visto che la caccia selettiva non sembra essere poi così efficace, ma transeat, questo é un altro argomento.
Il problema vero, quello di fondo, é sempre quello: cosa diavolo si vuole fare di 'sta benedetta montagna! E ha un bel dire il signor Presidente del Parco! Anzi, ha un brutto dire, la sua é una "zerbinata" (dichiarazione zerbino) buona per lisciare il pelo ai soliti immobiliaristi che misurano la montagna a metri cubi di appartamenti. E allora davvero un simboletto con un plantigrado stilizzato significa poco o nulla.
Manco sto a invocare le dimissioni di un personaggio così, non serve. Primo non capisce, secondo c'é pure il rischio di fargli troppa pubblicità.


Ai rilievi circa l'insostenibilità di un modello di turismo luna park il nei presidente del Parco delle Orobie risponde con la demagogia e tirando fuori dal cilindro l'uso strumentale dell'orso quale lato b (pseudoecologico) del Luna Park


Orobie drogate dal mattone

(e l'orso simbolo/foglia di fico copre le vergogne)


di Michele Corti  

Nelle Orobie gli amministratori non riescono a staccarsi dalla logica dello sviluppo drogato e dal modello seconde case-impianti sciistici e usano la demagogia (compresa la nuova ecodemagogia) per cercare di rintuzzare le critiche ad un modello di sviluppo che ha provocato gravi danni al territorio e che va ripensato radicalmente e rapidamente
"Valorizzazione immobiliare". Questo resta l'obiettivo degli amministratori della Val Seriana superiore ora alla guida del Parco delle Orobie. Eppure i dati sull'espansione della patologia delle seconde case, sul loro scarsissimo coefficiente di occupazione, sul carattere "maturo" dell'industria della neve - traino dell'espansione immobiliare - sono incontrovertibili. Così gli stessi esponenti leghisti si attaccano al simbolo dell'orso che ritorna sulle Orobie, testimonial di una natura "intatta" e forse visto quale ancora di salvezza da impresari e agenzie immobiliari preoccupati del declino del turismo invernale. Peccato che questo orso Yoghi  in Trentino sia avversato proprio dalla Lega che non perde occasione per denunciare i rischi connessi agli incidenti stradali provocati dal plantigrado, l'enorme paura riportata da residenti e turisti a causa di incontri troppo ravvicinati con un animale sempre meno timoroso dell'uomo. Il tutto con il rischio di un effetto boomerang proprio per il turismo.
Pur di non indirizzarsi su forme di turismo soft, che non portano vantaggi agli interessi forti locali, gli amministratori giocano all'equilibrismo tra cemento e wilderness.
La montagna Luna park attira qualcuno ma compromette l'immagine e tiene lontano segmenti del mercato turistico
In questi giorni nelle valli bergamasche è in corso su vari media (Eco, Araberara, Antenna2, BergamoNews) un acceso dibattito sulla montagna-Luna park, ovvero sulla politica di accondiscendenza ad un turismo per nulla sostenibile fatto di tolleranza dell'uso di mezzi motorizzati per puri scopi di divertimento (laddove la legge lo vieta come ammoniscono i regolamentari cartelli), di spettacoli Son e lumiére che trasformano l'alta montagna (nel cuore del Parco delle Orobie bergamasche) in un fondale, di gare di motocross che transitano per i sentieri del suddetto Parco. Una polemica che non è fine a sé stessa, che non oppone “puristi della montagna” e “sviluppisti” ma che riguarda il modelli di sviluppo economico e turistico della montagna e che riguarda anche i ben poco sostenibili progetti di valorizzazione sciistica e immobiliare che buona parte degli amministratori locali continua a rincorrere.
Il presidente del Parco respinge le “provocazioni”
Il neo presidente leghista del Parco delle Orobie bergamasche si è sentito chiamato in causa. Yvan Caccia “non ci sta” alla provocazione dei (non pochi) che non apprezzano la lunaparkizzazione della montagna orobica e, con una bella dose di demagogia, ribatte: “Prima di tutto c'è l'uomo: non possiamo trasformare le nostre montagne in riserva. La gente deve vivere. La si vuole obbligare a non toccare nulla, a non sfruttare nulla per poter continuare ad abitare in montagna? Allora gli si diano i soldi per vivere”. Parole sante se isolate dal contesto. Ma qual'è il contesto, cosa c'è dietro? Caccia quando parla di uomo non ha in mente le attività tradizionali, un'agricoltura sostenibile integrata al turismo ma ben altro. Se lo fosse lui e gli amministratori di lungo corso come lui (è in pista dal '92) non si sarebbero disinteressati delle attività tradizionali e delle "materi prime" di un turismo sostenibile. Hanno lasciato la rete sentieristica nell'incuria e persino alla mercé dei mezzi motorizzati che la devastano. Hanno lasciato nell'abbandono non poche malghe (di proprietà comunale), non hanno fatto nulla per contrastare la chiusura delle aziende agricole, anzi l'hanno facilitata con l'espansione edilizia disordinata che mangia i prati e consente di costruire a fianco delle stalle per poi scacciarle. Adesso vengono a dire che hanno in mente l'uomo che sta in montagna. Forse quello negli uffici delle immobiliari, non quello che "lassù" suda a segare i prati, a fare il boscaiolo, a gestire le malghe.
La scusa della "mancanza di uomini e mezzi per i controlli"
Moto e quad scorazzano non tanto perché “non ci sono le risorse per i controlli” - come dice Caccia - quanto per una precisa volontà politica. Se così non fosse le escursioni organizzate e programmate da apposite società e da strutture alberghiere su percorsi proibiti ai mezzi motorizzati sarebbero sanzionate. Se così non fosse il motociclista dispersosi in montagna a Valbondione il 14 luglio, e che ha fatto intervenire il soccorso alpino mobilitando 18 persone, sarebbe stato sanzionato. Se così non fosse sarebbe già stato realizzato il circuito “protetto” dove consentire agli appassionati della moto di esercitare la loro passione senza danneggiare la rete Vasp (viabilità agrosilvopastorale) e senza mettere a rischio o comunque disturbare gli altri utilizzatori (ricreativi e professionali). La lobby di chi vende e usa le moto è abbastanza potente da riuscire a non far mettere d'accordo i sindaci sul tracciato. Figuriamoci cosa può fare quella del mattone.
 
Prioritario è il comprensorio sciistico (ovvero la valorizzazione immobiliare)
Caccia parla della “priorità all'uomo” ma non nasconde che la priorità per il nuovo ente Parco è il progetto del “comprensorio sciistico”, quello che dovrebbe unire la Val di Scalve (con gli impianti di Colere) all'alta Val Seriana (Valbondione). Ad affiancare Caccia alla guida del Parco ci sono, guarda caso, il sindaco di Colere Franco Belingheri e quello di Valbondione, Benvenuto Morandi. A sostenere apertamente che l'operazione è solo l'ennesimo progetto di “valorizzazione immobiliare” più o meno mascherato è Paolo Locatelli, coordinatore di Orobie Vive (che unisce vari gruppi e non solo ambientalisti), ma lo pensano così in tanti. 
I sindaci nonché amministratori del Parco lasciano credere che il progetto, prima o poi, andrà in porto. Così, anche se alla fine non se ne farà nulla, si dovrebbe comunque riuscire a spingere la “valorizzazione immobiliare” con il progetto Neviland (a proposito di Luna Park e Disneyland) della società Dallagrassa: nuovi resort di lusso e un "borgo" (!?) di villette in comune di Colere (Valle di Scalve). Ovviamente si punta alla “valorizzazione immobiliare” anche sull'altro versante, quello dell'alta Val Seriana dove il rilancio degli impianti di Lizzola con il collegamento è ancora più vitale.
Sono però in tanti a ritenere che il futuro non sia più nel modello usurato: impianti sciistici-seconde case. In primo luogo perché nevica sempre di meno e le alte temperature non solo sciolgono rapidamente la poca neve “naturale”, ma non consentono neppure di produrre (con grande dispendio di acqua ed energia) quella artificiale. Sia gli investitori privati che quello pubblico (che oltretutto sono sempre più vincolati sulle norme che regolano gli aiuti di stato per evitare la concorrenza sleale) sanno benissimo che da più parti e con sempre maggior forza sichiede una moratoria di nuovi impianti.
In un periodo in cui l'incertezza finanziaria mette in forse opere di ben altra necessità il dubbio che il progetto non arrivi alla fine in porto è molto fondato.  Il comprensorio Colere-Lizzola non è tra le stazioni di bassa quota (dominio sciistico prevalentemente al di soto dei 1500 m) ma neppure tra quelle ad alta quota dove si concentrerà nei decenni a venire la declinante domanda dell'industria sciistica. La crescita dei costi per l'utenza (giornaliero, benzina, attrezzature), insieme all'accorciamento della stagione sciistica, rappresentano fattori che pesano negativamente sulla già precaria redditività degli impianti sciistici (come sanno bene le società che li gestiscono che reggono solo se al loro interno sono rappresentati i soggetti interessati al mantenimento dei valori immobiliari).

Ciaspolate in allegria e Feste della malga (altro che "quiete e silenzio")

Per fortuna però il costume si evolve e la gente sta imparando che una bella ciaspolata in compagnia seguita da occasioni conviviali e una cucina semplice ma autenticamente di montagna a "km 0" è infinitamente più divertente che lanciarsi come disperati su piste-biliardo, su tracciati sempre più artificializzati ingoiando un panino che resta sullo stomaco (bisogna "sfruttare" il costoso giornaliero schiavi di un meccanismo che riproduce le frenesie e le nevrosi cittadine). E altrettanta allegria e convivialità si ritrova nelle feste della malga e nelle "camminate letterarie" che pure si realizzano anche in Val Seriana superiore (a Songavazzo)(vedi articolo di ruralpini).
Cosa hanno a che fare queste proposte con la montagna di "quiete e silenzio" da clinica svizzera che, secondo gli operatori turistici e gli amministratori pubblici, sarebbe l'ideale di chi contesta il Luna Park? Niente. Ma poi il fracasso è allegria? No. È stordimento, un nuovo isolamento. Un modo per esorcizzare l'angoscia e le nevrosi, non per curarla.
I misfatti del luna park sciistico nostrano
Se il futuro dell'industria della neve non consente rosee previsioni (per gli investitori) il presente e il passato recente sono tutt'altro che idilliaci e dovrebbero far riflettere le comunità locali. In Lombardia vi sono decine di stazioni sciistiche abbandonate e tra queste proprio Valcanale in Comune di Ardesio. Monumenti allo spreco, all'imprevidenza, allo scarso rispetto dell'ambiente e della montagna. Gli impianti vennero realizzati nel '72 e abbandonati dal '97, a causa dell'acclarato rischio valanghe (prima non si sapeva evidentemente!). Per realizzarli sono stati eseguiti pesanti sbancamenti sulla montagna e poi il tutto (manufatti, armamento e hotel) è stato lasciato al degrado. Sino a questa estate. Quando, dopo la scoperta di una discarica abusiva sotto la superficie del piazzale dell' ex Hotel Sempreneve (affioravano pezzi di moquette nel torrente) è cominciata la messa in sicurezza e il progressivo smantellamento di ciò che rimaneva dei manufatti. Il recupero degli impianti sciistici abbandonati di Valcananale,però, era già all'ordine del giorno quando Yvan Caccia era sindaco di Ardesio.  Sul periodico Araberara del 6 aprileAnnalisa Consonni  racconta che il 29 luglio 1999 si era costituita la cooperativa Natura e Cultura, di cui la stessa Consonni era presidente, che si prefiggeva il recupero ambientale e turistico di Valcanale. La coop era nata da un progetto “Tutela ambientale come risorsa sociale ed economica” ed era risultato secondo classificato al Premio BergamoImpresa '99.
 “Il sindaco, inizialmente favorevole al progetto non ha voluto firmare la convenzione con la cooperativa Natura e Cultura perché la sua intenzione era quella di aprire nuovi impianti e fare nuovi alberghi con un finanziamento di 30 miliardi di vecchie lire. La cooperativa Natura e Cultura è stata costretta a chiudere e a rinunciare ai finanziamenti pianificati…”. 
Quello della “valorizzazione sciistica” è un chiodo fisso per il nuovo presidente del Parco delle Orobie.

“Le seconde case? Sono un problema. Non si può nascondere”

All'inizio di maggio di quest'anno (riferito dall'Eco di Bergamo del 4 maggio) l'assessore provinciale al turismo, Giorgio Bonassoli, nel presentare i dati dell'osservatorio turistico della provincia di Bergamo, non poteva evitare di tracciare un bilancio sconsolante: il 57% di seconde case in Valle Seriana superiore è abbandonata. Un dato preoccupante specie tenendo conto che, in alcuni comuni: OnoreSongavazzoCastione le seconde case rappresentano l'80% delle abitazioni.  Inutile dire che l'identità di questi centri è stata stravolta in modo irrimediabile. Per le amministrazioni e le future generazioni il bilancio di questa sciagurata edificazione è pesante e non basta certo l'IMU a compensarla. Gli occupanti delle seconde case che, un tempo - in forza di soggiorni prolungati - sviluppavano forme di integrazione con la comunità locale, oggi arrivano solo per soggiorni brevi, con la spesa già fatta ai centri commerciali della pianura.  In occasione dell'intervista con Bonassoli l'Eco non mancava di osservare come lo stesso assessore regionale al Territorio e all'urbanistica, il bergamasco Daniele Belotti, avesse in una precedente occasione tirato le orecchie ai sindaci della Val Brembana e della Val Seriana sul tema “seconde case”.  E ancora Belotti il 3 maggio, in occasione della presentazione a Bergamo del Piano territoriale d'area delle valli alpine (riferito dal sito ufficiale della regione), sosteneva che:

"Si è costruito tanto, troppo e in molti casi, purtroppo, anche male. Il dato di utilizzo medio delle seconde case, pari a soli 17/20 giorni l'anno è desolante. (…) Il territorio è già stato pesantemente compromesso da questa ormai superata tipologia di turismo e lo sviluppo futuro delle valli bergamasche e della parte montana della provincia di Lecco, non dovrà più passare per la villetta in montagna da 59.000 euro 'svenduta' in televisione, perché questo non potrà essere più elemento trainante di un sano sviluppo".
Non lo dicono i puristi”, i “romantici”, i nostalgici deicontadini con il cappello di paglia.
Ma c'è da credere agli esponenti politici (Lega, Pdl, Pd, Udc ecc. non fa differenza) nelle loro autocritiche? No. Consideriamo due date sorprendentemente vicine: il 26 gennaio venivano protocollate le dimissioni dell'assessore di Clusone (al tempo ancora leghista)Carlo Caffi, fortemente inviso al partito del mattone (rappresentato in maggioranza da componenti Pdl ma non solo). La "colpa": aver fatto passare un Pgt (Piano di governo del territorio) che contrastava l'ulteriore consumo di suolo del centro più importante della Val Seriana. Due giorni dopo era ufficializzata la nomina di Yvan Caccia alla presidenza del Parco. Sulla base di  accordi sulle poltrone tra Pdl e Lega (ma forse anche di teste da far saltare). .
La ciliegina sulla torta
Nelle stesse paginate de l'Eco del 31 agosto in cui Caccia stigmatizzava la polemica - a sua detta pretestuosa - sulla montagna orobica sempre più Luna Park, il neo presidente leghista del Parco dichiarava anche il suo incontenibile entusiasmo per il nuovo simbolo del Parco: l'orso. Un orso che nelle Orobie, nonostante il battage pubblicitario del Parco stesso, è - almeno per ora - una presenza “di transito”. Che merito ha il Parco per fregiarsene copiando il “copyright” del Parco Adamello Brenta o dell'Abruzzo che con l'orso hanno ben diverse implicazioni visto che nel bene e nel male lì l'orso non si è mai estinto? Una mossa di facciata che conferma la strategia della “foglia di fico”. L'orso verrebbe nelle Orobie (secondo sindaci e Parco in coro) perché l'ambiente è "incontaminato". Paiono dire: "Non rompeteci più con le vostre proteste contro la monocoltura delle villette a schiera low cost, contro enduro e quad scorazzanti, contro le gare di motocross benedette dal Parco,contro l'accanimento terapeutico nei confronti dell'industria della neve decotta, contro i fuochi d'artificio in alta montagna. Non vedete che l'orso «sceglie» le Orobie". Già. 
Ecoipocrisia

Il Parco ama l'orso quale simbolo astratto ma poi sostiene che una moto rombante ogni (non poi) tanto o un po' di fuochi d'artificio in alta montagna una volta l'anno non danno alcun fastidio alla fauna. Se è lecito nutrire dubbi sull'amore per la fauna del Parco a maggior ragione ci si può chiedere se esso ami l'uomo montanaro? Di certo non quello al quale l'orso, specie in primavera dopo il letargo, sbrana animali di ogni tipo quasi a domicilio, sin nelle piccole stalle prossime ai paesi. Idem i pastori, che devono moltiplicare gli sforzi per custodire le greggi. In realtà l'ambiente della montagna profondamente influenzato dalla presenza umana, e ben lontano dalla mitizzazione della “natura incontaminata”, è messo a repentaglio sia dal Luna Park motorizzato e spettacolarizzato che dal “ritorno della natura selvaggia” (a sua volta una forma di Luna Park naturalistico che trasforma in un grande parco faunistico all'aperto la montagna).
Il presidente leghista del Parco delle Orobie vede nell'orso una fonte di di “attrazione”, di promozione del “turismo dell'orso”. Snobbano il turismo degli alpeggi, i bikers. le ciaspole, il turismo educativo e gastronomico si inventano il turismo dell'orso.  Ignorano che in Trentino intorno agli orsi infuriano le polemiche, che la popolazione manifesta un crescente rifiuto per la invadente presenza  dei plantigradi e che il mondo turistico si interroga se l'orso non possa diventare un boomerang. Ma l'orso è solo una foglia di fico. Che copre le vergogne della politica della “valorizzazione immobiliare”. E a questo giochetto non ci cascano più nemmeno gli ambientalisti (almeno quelli che lavorano sul territorio).




lunedì 3 settembre 2012

What about montagna?

Torno a scribacchiare dopo una pausa di relax e scaricamento di tensioni varie, torno con un post breve che parla di montagna. L'ispirazione me l'ha data quest'altro post di un blogger, che normalmente leggo per altre ragioni.

Ci sono montagne che non sono tali, sono "una squallida periferia di città fatta a forma di montagne". Quanto é vero!

Parla delle Dolomiti. "Sulle Dolomiti tutto è accuratamente predisposto e organizzato perché chi ama le periferie possa trovarsi a proprio agio anche in montagna: alberghi kitsch, parcheggi ad alta quota, sentieri asfaltati, rifugi come mense aziendali e soprattutto tante, tantissime funivie. Ci sono quasi più tralicci che alberi e, contrariamente a quello che si pensa, tutto questo non serve a portare comodamente la gente in cima alle montagne, ma a rendere le montagne squallide come una periferia. Si dice che i Tirolesi, i Ladini e altri popoli più o meno immaginari tengano molto alle loro montagne, ma a giudicare da come le hanno ridotte direi che tengono molto di più al loro conto in banca".

E parla delle Dolomiti, delle tanto mitizzate (un po' anche da noi, é vero) Dolomiti. Chissà cosa penserebbe vedendo altri luoghi lungo le Alpi. 
Forse inorridirebbe, o forse no. Ci si abitua a tutto, persino all'orrore, si potrebbe non abituarsi al trash, amarlo perfino?
In fondo, che c'é da perdere se tutti guadagnano, chi in soldi, chi in divertimento, che nella convinzione di divertirsi?

Eppure c'é eccome qualcosa da perdere, probabilmente l'abbiamo già persa: la montagna é un'illustre sconosciuta per quasi tutti. Ci illudiamo di conoscerla, di sapere cosa é, come é fatta, come si é formata, quale fauna trova lì il suo ambiente, ma é, appunto, illusione, inganno, disinteresse.

La montagna per quel che é non esiste nemmeno più. Esistono una serie di cose chiamate montagna, cose che servono a qualcosa o a qualcuno, che sia un'istituzione, una lobby, una categoria. Chi ci fa una legge, chi un parco a tema, chi ne ruba una parte e chi vieta ad altri di fare quel che i loro avi hanno fatto per decenni quando non per secoli, chi ci scrive libri.

Bambino, cos'è la montagna? Quante e quali risposte avremmo? E' dove vado a sciare. E' dove papà ha un'altra casa. E' dove la mamma vuole andare e il papà no. Non lo so, io vado al mare. Non mi piace la montagna. La montagna é dove ci sono tanti animali e tanti prati.

Sì, ma cosa é? Boh.

E in fondo, perché dovrebbe interessarci saperlo? Forse che ci spremiamo a capire cosa é il mare oltre la spiaggia, oltre le boe a 200 m, oltre la passeggiata e il porto con le barche che sembrano navi?

E' così importante? 

E' così importante ostinarsi a sapere che il latte lo danno le mucche (o le pecore, le capre, le asine) e che non lo fanno in qualche fabbrica spremendo semi di qualche misteriosa pianta?


sabato 1 settembre 2012

Remarque

Erich Maria Remarque scrisse un indimenticato romanzo "Niente di nuovo sul fronte occidentale"; qui possiamo parafrasare: niente di nuovo a Piazzatorre. Almeno per quel che ci é dato sapere.
Ne accennavo ieri in una lettera a un frequentatore abituale di Piazzatorre.

Io sono lontana, é vero, e Paolo ha il suo bel daffare, ma il silenzio sembra essere calato sull'Alta Valle, le grancasse non suonano, o così sembra.
Buono o cattivo segno? Punti di vista a parte, difficile rispondere.
L'amministrazione comunale non sembra impegnata in attività di lungo respiro, almeno a giudicare da quel poco che viene pubblicato sul sito del comune.
Langue il PGT, anche se i corrispondenti locali della stampa non sembrano essersene accorti dal momento che Piazzatorre non viene nominata nonostante l'iter sia fermo al 2008!

Ci sarebbe da rallegrarsi se dipendesse dal fatto che ci si é accorti che a Piazzatorre (e non solo lì) c'é da pianificare L'ABBATTIMENTO di molte orribili costruzioni più che la realizzazione di nuove, temiamo però che i motivi della lentezza siano altri, ancora una volta legati all'osceno PII, al momento congelato.

Nel frattempo c'é chi, altrove, si balocca distillando scempiaggini come questa, una vera perla: «Nelle aree classificate “a vocazione sciistica” come Foppolo, si sa che la stagionalità estiva è una parentesi, quasi incidentale, su quella invernale: comincia tardi e finisce presto». Certo, come no. Il dubbio che a rendere poco appetibile l'estate in montagna sia l'assenza di politiche turistiche degne di questo nome non sembra scalfire la giornalista, né il vicesindaco di Foppolo.

Ma del resto, perché stupirsi? Politica che perde non si cambia! Soprattutto quando capisce che la stupidità trionfa a tutte le latitudini, anche quelle dove si parla tedesco pur se il suolo formalmente é italiano. Di fronte ai sudtirolesi che corrono a comprare una seconda casa nel Tirolo austriaco come non immaginare che dalle nostre parti riprenda fiato l'inossidabile certezza che le coltivazioni di case a schiera in stile assiro-brembano siano il non plus ultra? Con buona pace di quegli intellettuali da strapazzo che (con trent'anni di ritardo) si sono accorti che se il Paese va a fondo é anche perché generazioni di politici, locali e no, lo hanno predato della sua risorsa principale

lunedì 6 agosto 2012

Che rella

Uso questa vecchia espressione dialettale milanese, di meglio non mi viene per descrivere la situazione qui a Piazzatorre oggi, 6 agosto.
Il fine settimana, il primo che apre la stagione delle ferie agostane, classicamente le più redditizie quassù, prometteva decisamente bene quanto a presenze. Beh, forse sbaglio, ma metà delle persone se ne sono già tornate alla base, più che al mordi e fuggi siamo all'annusa e fuggi.

Eppure, almeno stavolta, Piazzatorre e la Valle non hanno colpe. Il tempo ha retto, a dispetto dei menagrami e delle previsioni più fosche,non sarà il temporale odierno a far finire prematuramente l'estate; le iniziative per intrattenere gli ospiti c'erano e potevano soddisfare un ampio novero di gusti; i negozi non hanno aumentato i prezzi dal 30 luglio al 1° agosto; impianti aperti e Gremei accogliente; palaghiaccio aperto.

Cosa non ha funzionato allora? Lo ammetto, non lo so. Mi verrebbe da dire che la crisi lascia il segno sulle vacanze, ma sono più che convinto che la maggior parte dei frequentatori di Piazzatorre e dell'Alta Valle in generale non siano persone con problemi economici, almeno apparentemente. Troppe macchinone e troppi vestiti griffati per dover pensare a gente con conto il rosso.

O siamo di fronte a un gran sfoggio di finto benessere o c'é dell'altro. Ma cosa?

Suggerimenti?

mercoledì 1 agosto 2012

Speriamo bene!

Una notizia che mi é parsa essere stata snobbata dalla maggior parte degli organi d'informazione é quella riportata oggi sul quotidiano online Linkiesta: a Bruxelles é stato presentato un piano d'azione europeo per il mercato edilizio.

A prima vista potrebbe sembrare l'ennesima riprova che le lobbies mattonare hanno avuto campo libero anche in sede europea, leggendo l'articolo si desume però che le cose forse stanno in un altro modo. Gli obiettivi che l'Unione si prefigge di raggiungere non avrebbero a che vedere con la sempiterna ricetta dei palazzinari nostrani (costruire, costruire, costruire), ma assai di più con alternative che puntano dritto al mercato degli immobili esistenti, da riqualificare, ristrutturare, rendere energeticamente più efficienti.

Se così fosse sarebbe un bel passo avanti, speriamo sia così.

lunedì 23 luglio 2012

Quando un cane ha le piaghe...

...tutte le mosche accorrono.

E dev'essere proprio un cane piagato la povera Alta Valle Brembana, se per due anni di seguito l'estate meteorologica lascia a desiderare e beffa i gitanti da fine settimana con due tornate piovose e fredde (minime ben al di sotto della media stagionale) uno dopo l'altra (la seconda é prevista per il 28 e 29 luglio).

Fa paicere vedere che qualcuno ragiona bene, ma farebbe meglio sapere che il clima voglia smetterla di infierire dove proprio non serve.

Un po' di pietà per favore, di guai quassù ne fan già abbastanza gli uomini.

mercoledì 18 luglio 2012

Le novità...

...sono poche. Però...

interessanti!

Una l'avrete già letta, o sentita se siete saliti in alta valle. Ora ci ha pensato il Corriere a riportare la notizia. Sembra assurdo, eppure, facciamocene tutti una ragione, vicende come questa saranno probabilmente sempre più frequenti. Tra riduzioni di spesa da un lato e scarso appeal dell'incarico dall'altro, il prossimo medico estivo arriverà dall'Africa o dall'Estremo Oriente, sarei quasi disposto a scommetterci un caffé.
Aggiungiamo a questo quadretto la demenziale stronzata che periodicamente torna a galla, dicasi la paventata chiusura del "piccolo" ospedale di San Giovanni Bianco. Per qualche genio piccolo significa inutile. Probabilmente parla del suo uccello.

Altra novità, meglio, verifica della novità, riguarda Piazzatorre: il Luna ha trovato una bella gestione in house, nel senso proprio di "fatta in casa", da ragazzi del posto. Provata, da ospite di un socio, funziona. Meno male.

Terza novità, stavolta meno (anzi, nulla) positiva: impianti di risalita chiusi sino ad agosto, peccato. Uno sforzo almeno nei fine settimana sarebbe stato utile.

Quarta novità: nonostante tutto, il turismo estivo regge. Certo, più il sabato e la domenica, da lunedì c'é parecchia gente in meno, ma consideriamo che questo é il secondo anno di calo vero delle presenze turistiche, ovunque. Le prospettive (gli indicatori economici) per il 2013 fanno piangere, quindi, oggi, adesso, c'é già da essere contenti.

Buone vacanze.


giovedì 21 giugno 2012

Pretendere la luna no però eh!

Spezzo una lancia a favore degli albergatori dell'Alta Valle.

Un paio di giorni fa ho ricevuto via mail le lamentele di un signore che ha soggiornato la scorsa settimana in un albergo "tre stelle" (non dirò il nome né il paese, sarebbe troppo facile capire che albergo é).

La mail era un'espressione di incredulità per il prezzo pagato (100 €/notte) per una doppia + colazione.

Rispondo pubblicamente a quel signore: mi spiace ma non sono d'accordo con Lei. Conosco l'albergo di cui mi ha parlato, tre stelle meritate, non finte. Lei e Sua moglie avete speso, in pratica, 50 € a testa per notte. E' vero, come lei dice, che in Alto Adige ha trovato a cifre appena superiori un trattamento di mezza pensione in località oggettivamente più belle della Valle Brembana, ma quei prezzi, mi creda, hanno un loro perché.

Nessun pasto è gratis, men che meno lassù verso le Dolomiti, dove le attività turistiche sono tutte foraggiate da mamma Provincia di Bolzano o da zia Provincia di Trento, secondo i casi. I soldi che Lei pensa di non avere pagato, li abbiamo pagati un pochettino tutti noi (Lei compreso). E' il bello dell'autonomia provinciale baby. Bellezza pagata con i soldi del resto d'Italia, perché anche a Bozen, non solo a Napoli, "nisciuno é fesso".

sabato 9 giugno 2012

Le tasse sono una cosa bellissima

Così disse il fu ministro dell'economia, Tommaso Padoa Schioppa; attirandosi gli strali dei liberali de noantri. No, le tasse non sono una cosa bellissima, sono una cosa necessaria, se non sono insostenibili (come attualmente in Italia).
Però, possono essere una cosa utile, anche oltre quella che dovrebbe essere la loro utilità di base.
Ce lo dice piuttosto chiaramente questo post sul blog immobiliare bergamo.
Mi sento di sottoscrivere praticamente tutto, non fosse altro perché il debunking del mito "la seconda casa é un investimento", qui l'abbiamo fatto da tempo.

domenica 27 maggio 2012

Bene, parliamone


Un amico mi ha segnalato questo articolo. É di un mese fa ma la sua attualità non viene meno.

Si parla della Valle Seriana, ma non é qualche decina di chilometri di distanza a far cambiare eventi e scenari. I personaggi, poi, quelli citati almeno, sono sempre gli stessi.

Ribadisco, a scanso di equivoci, la mia totale disistima per la Lega Nord e i leghisti in genere che, con le dovute eccezioni riservate a poche singole persone, considero dei mammalucchi arroganti e presuntuosi, affetti da non da stupidità congenita ma da instupidimento progressivo e permanente.

Leggetevi bene l'ultima parte dell'articolo, il paragrafo "20 anni di lega e la valle è impoverita nei beni materiali e immateriali", ci troverete la perfetta rappresentazione degli elementi di predazione del territorio che affliggono anche la Valle Brembana, gli stessi effetti nefasti delle politiche urbanistiche demenziali che hanno imperversato, e imperversano tuttora, in troppi dei nostri paesi. 

Buona lettura.


domenica 20 maggio 2012

Siti utili crescono

Serve sostenere l'offerta turistica della Valle? Sì, serve.
A farlo ci prova il sito www.altobrembo.it, che ci sembra giusto citare anche qua.
Fateci un giro; é chiaro, si legge in fretta, riporta tante notizie utili.

domenica 13 maggio 2012

Sviluppismo "Celeste"

Davvero tempi grami per il "Faraone" lombardo, se anche il Corriere della Sera gli dà, in un certo qual modo, il benservito.
Questo articolo del 7 maggio scorso, scritto da Francesco Bertolini, presidente del Green Management Institute, sembra davvero suonare come una campana a morto per il gran direttore dell'orchestra ciellina, materialmente assai lontano dallo spirito del fu don Giussani, il quale, non ne dubitiamo, non avrebbe accettato amicizie imbarazzanti a colpi di vacanze da milionari.

E sia chiaro: lo sfascio delle nostre valli si deve ANCHE a personaggi come il sedicente governatore (ma governatore de che? Siamo forse in Texas?!), le cui politiche per il territorio sono fin troppo ben riassunte nell'articolo.

Ineffabile nella sua perfezione la postilla ad esso ispirata, scritta dal prof. Fabrizio Bottini per il sito Eddyburg.it.

domenica 6 maggio 2012

Tempus fugit

E di tempo, per approvare il PGT, ne resta poco.

La Regione é stata chiara, con una delibera voluta da Daniele Belotti, ha detto stop a ulteriori proroghe di termini per l'approvazione dei PGT.

Tutti i Comuni lombardi che ancora mancano all'appello dovranno, volenti o no, rispettare la data del 31 dicembre 2012.

Tradotto in cifre significa che, anche a esser bravi e svelti, chi non ha chiuso la VAS del proprio Piano di Governo del Territorio deve correre, gli restano sette mesi (e mezzo), che sono il minimo sindacale per fare tutto. Chi la VAS l'ha già chiusa può respirare un po' di più, diciamo che ha ancora un mese per trastullarsi.

Piazzatorre é tra quelli che la VAS l'hanno avviata e ha anche superato il passaggio dello scoping, tuttavia, resta ancora da pubblicare il rapporto ambientale e la proposta di Documento di Piano, quindi, é tra quelli che devono correre, e tanto.

Vedremo se nelle prossime due-tre settimane qualcosa si muoverà o se in alta valle si pensa di poter ancora dormire (e neppure sugli allori).

giovedì 3 maggio 2012

Papparaparapaaaa! L'estate sta iniziando...

...e siamo ancora qua.

Qua sì, ma a che punto? 

Non si parla di noi eh, si parla di Piazzatorre. Come siamo messi? Semper istess? Nuove idee non pervenute?

Beh, non proprio. Se non siamo stati male informati già da tempo c'é chi ha intrapreso contatti col Comune per creare un ponte tra turisti e amministrazione, fornendo suggerimenti circa possibili eventi per la stagione estiva.
Abbiamo avuto modo di leggere le proposte, alcune "classiche", altre nuove (almeno per le nostre zone e abitudini) ma tutte accomunate dal fatto di costare poco, il che, di questi tempi, é fondamentale.
Potranno piacere o no, quelle proposte, ma almeno ci sono, qualcuno le ha fatte, segno che a Piazzatorre ancora ci tiene, prenderle in considerazione dovrebbe essere sentito come un dovere da parte del Comune. Speriamo.

Noi continuiamo a credere che gli albergatori presenti abbiano l'opportunità (e la convenienza) a offrire soggiorni anche brevi ma scontatissimi a chi può contraccambiare il favore prestando la proprie capacità a Piazzatorre e agli altri turisti. Pensiamo a società sportive, ad artisti, a chef, a studenti, perché no, a docenti: vi ospitiamo nel nostro albergo per un week end o per una settimana, a una cifra simbolica, ma voi in cambio fate (gratis) per i nostri turisti, coinvolgendoli, dando lezioni di ciò che fate normalmente nella vostra attività. Sei un arciere, un judoka, un laureando o un docente di matematica, un musicista, un cuoco molto bravo? Bene, per quei due, tre, quattro pomeriggi che sei qua dai lezioni. Utopia? E perché?

Signor Bonetti, mi piacerebbe una risposta da Lei su questa nostra proposta. Ho avuto modo di apprezzare la Sua onestà intellettuale e la Sua capacità di confrontarsi a viso aperto, se mi dirà che la cosa non può funzionare le crederò.