giovedì 26 aprile 2012

Un orso non é una cattiva notizia. Le imposte invece sì.

Da quanto tempo l'orso ha rimesso piede in valle Brembana, un anno, due, di più? Poco importa. A quanto pare c'é e questa é una notizia tutt'altro che cattiva.

Non la penseranno così gli allevatori, ne sono consapevole. Non fa certo piacere vedersi sbranati dei capi di bestiame. A loro però il ristoro economico per la perdita di pecore, capre e quant'altro non mancherà.

L'allevatore di Piazzatorre che ha perso alcune pecore non ha di che disperarsi, sarà risarcito. Se qualcuno deve preoccuparsi é proprio l'orso: qualche imbecille non vede l'ora di rifilargli una Brenneke nel capo, ci scommetto, senza contare che gli incidenti stradali vedono soccombere più gli orsi che i SUV.

La ricomparsa dell'orso può essere, invece, un'opportunità. Il plantigrado, niente affatto offensivo verso gli umani, che teme, può costituire un'attrazione e richiamare maggiormente gli appassionati di turismo nella natura. Dopo il bird-watching potrebbe persino nascere il bear-watching. E la Valle Brembana verrebbe persino invidiata da altre valli che l'orso lo vorrebbero avere, eccome! Pochi chilometri a sud di dove ho l'ufficio ora, appena di là dal confine, nelle valli luinesi, c'é chi neanche troppo velatamente si augura che Yoghi torni dopo secoli anche da quelle parti, dove adesso "mandrie" di cinghiali la fanno da padrone devastando non più solo i campi delle poche fattorie, ma gli orti delle case e persino i giardini pubblici!

No, la cattiva notizia é un'altra. Cattiva ma non sorprendente, almeno per chi, come noi, aveva ben chiaro da tempo (e ne ha scritto in tempi non sospetti), quanto sia stato non lungimirante affidare le sorti della valle alle villettopoli sparpagliate sui versanti.

Panico da IMU, ecco la vera cattiva notizia. La corsa all'acquisto della seconda casa rischia di inserire la retro e trasformarsi in corsa alla (s)vendita della seconda casa.

Se il rischio si tramutasse da ipotesi a fatto concreto e migliaia di seconde case dovessero essere immesse sul mercato nei prossimi mesi, un mercato già asfittico, l'offerta supererebbe di gran lunga la domanda, ben più di adesso, e la svalutazione degli immobili sarebbe cosa fatta, per tutti tranne uno: l'Agenzia delle Entrate. 

Poi date pure la colpa a Mario Monti, se vi va. Ma intanto preparate portafogli e fazzoletti.

mercoledì 25 aprile 2012

Ma raccontare gli ingredienti non basta

Cucinare un piatto che vada un po' più in là di due etti di pasta lessata in acqua bollente salata può essere facile o difficile, per farlo bene però conoscere gli ingredienti non basta. Bisogna sapere le quantità di ognuno di essi, seguire una precisa procedura di preparazione, avere in mente (se si vuole che la ricetta abbia successo) gusti e limiti dei commensali a cui serviremo il piatto.

Ora, Il Sole 24 Ore in un trafiletto di poche righe ci racconta i possibili ingredienti per una ricetta che dovrebbe servire a "cucinare" una perfetta offerta turistica, peccato che manchi tutto il resto.

Peccato che, leggendo bene, si intuisca che lo sguardo dell'articolo va a luoghi che (in Italia) di solito si trovano al di sotto del Po, salvo poche eccezioni. Peccato che il tipo di vacanza descritta sia appannaggio di turisti con ampia disponibilità di spesa e, preferibilmente, senza figli.

Mettendo assieme le due cose il cerchio si restringe, sia dal lato della domanda che da quello dell'offerta. Il tema però si pone anche per le vacanze più economiche e per le località meno "in". Da questo punto di vista la Valle Brembana ha parecchie carte da giocare, soprattutto d'estate e d'autunno (che non vuol dire snobbare l'inverno, ma semplicemente considerare che le possibilità di allettare con percorsi enogastronomici sono maggiori tra maggio e ottobre).

Quindi? Quindi non c'é santi, occorre scrivere il menù, individuare gli ingredienti, stabilirne le dosi, CONCORDARE su chi cucinerà e su chi dovrà essere capocuoco piuttosto che cameriere.

Alla fine, l'offerta integrata, altro non é che organizzazione concordata e condivisa. Esattamente quel che accade in un ristorante di successo, splendido esempio di macchina che funziona perché gli ingranaggi sono bene oliati e messi ognuno nel posto giusto.

C'é un capocuoco per la Valle Brembana?

mercoledì 18 aprile 2012

Ma va? Non l'avremmo mai detto!

Avreste mai pensato che pochi alberghi e di basso livello fossero un disincentivo al turismo? No vero?
Avreste mai immaginato che i proprietari di seconde case "salgono" in Valle previa spesa all'iper in città? Nemmeno!
Comprendiamo quindi il vostro sconcerto di fronte a questa incredibile rivelazione che, con tutta evidenza, é solo un'orribile macchinazione ordita da tour operator che vogliono portare i turisti alle Mauritius! Vergogna!


 
Attenzione! Questo post é volutamente sarcastico. L'uso é sconsigliato a persone prive di umorismo o dure di comprendonio. In caso la sua lettura provochi scompensi cardiorespiratori, iperacidità gastrica, pruriti o eritemi, consultare un esorcista.

sabato 14 aprile 2012

Auguri

L'ennesima ciclica dichiarazione dell'assessore regionale Daniele Belotti è giunta non inaspettata. Come ben aveva già scritto Mara giorni addietro, siamo ormai alla produzione seriale di dichiarazioni.
Stavolta però abbiamo ampi indizi che la montagna partorirà il solito topolino spelacchiato. Leggiamo, infatti, con attenzione, tra le righe, della chiosa finale di Belotti:
"Con questa iniziativa vogliamo dare degli indirizzi agli enti locali e uno strumento per sensibilizzare cittadini e amministrazioni rispetto al fatto che il turismo non è solo quello delle seconde case. Da parte loro, gli amministratori hanno chiesto di non avere ulteriori complicazioni, ma auspicano una maggiore semplificazione. Non stiamo aggiungendo ulteriori vincoli – ha assicurato Daniele Belotti –. Ci è stato poi chiesto che sia compatibile con i Piani di governo del territorio e anche su questo sono stati rassicurati".

Bene, anzi male, malissimo. Belotti, non sappiamo se di suo o, forse, malamente indottrinato dalla banda di alti dirigenti che fanno e disfano quel che vogliono dell'urbanistica regionale, dice a chiare lettere che il Piano d'Area per le Valli sarà un bel documento di indirizzi, raccomandazioni, belle parole, nobili concetti.

Fuffa.

Fuffa al quadrato. L'urbanistica fatta di "indirizzi", di "orientamenti", serve a nulla, é semplicemente inidonea a essere incisiva sulle trasformazioni del territorio. Quando poi si promette ai Comuni che i loro "fantastici" PGT non verranno toccati dalle blande previsioni del PTA, é ancor più chiaro che non si ha voglia di cambiare per davvero le cose. Se la logica ha ancora cittadinanza in questo paese, sono i piani a scala locale a dovere essere compatbili con quelli a scala vasta, non viceversa.

Belotti farebbe bene a leggersi almeno la sintesi del rapporto redatto dal prof. Boatti (Politecnico di Milano) per verificare l'eccesso di offerta relativa all'edilizia abitativa "libera" nella nostra regione, con punte di sette volte la domanda (provincia di Sondrio), ma con una media di quattro volte la domanda nelle provincie di Bergamo e Brescia. Oltre 168.000 abitazioni più del necessario in Lombardia (dato 2008), con una prospettiva che (al 2018) potrebbe diventare, con i trend attuali, di oltre 367.000! Come dire: la crisi era (é) un boom.

Altro che indirizzi e no a nuovi vincoli. Sveglia assessore!

martedì 10 aprile 2012

Tutta colpa della crisi?

Non finirò mai (sono testarda e cocciuta) di stupirmi per le lagne riportate da certe articolesse. Tutti lì a domandarsi cosa non ha funzionato, a incolpare la crisi e il destino cinico e baro. 
Lo schema sembra consolidato: squilli di trombe e rullo di tamburi, partenza a razzo, insulti ai dissidenti disfattisti e antipatriottici. Poi appena le cose non girano come si vorrebbe scatta la caccia al complotto, alla congiura. In mancanza di congiurati l'evocazione della crisi risulta comunque consolatoria.

Cascasse il mondo se qualcuno si decide una buona volta a dire: "Ebbene sì, lo ammetto, ho avuto un'idea del cazzo! Pensavo di aver trovato la soluzione a tutti i nostri problemi, l'uovo di Colombo, ma non mi sono reso conto che quell'uovo era scaduto da vent'anni, che nel frattempo il mondo era cambiato, che forse avrei dovuto puntare a qualcos'altro che non alla solita pioggia di mattoni, che la montagna può essere migliore se non si trasforma in un parco tematico ma sa valorizzare le proprie peculiarità (e pazienza se a molti cittadini piace solo il parco tematico. Per loro c'è sempre Gardaland)".

Denominatore comune di queste vicende sembra essere anche l'attesa di un Salvatore (non Ligresti stavolta, ma poco cambia visti i nomi in campo). 
Domanda: ammesso che una tale figura esista, si é consapevoli che non sarebbe un Babbo Natale, vero?
Si chiami Percassi o De Benedetti o Vattelapesca, questo danaroso Lancillotto non arriva per salvare la Ginevra di turno in quanto innamorato di lei, semmai per guadagnarci un bel po' di scudi d'oro.

Tutto legittimo, ovvio, ma agli amministratori dovrebbe interessare (anche) un altro aggettivo: efficace. Quant'é stata efficace l'azione dei lancillotti che sinora hanno cavalcato per la Valle Brembana?

Forse é tempo di aiutarsi in casa propria, di provare sul serio a "fare sistema". Lo so, é un'espressione abusata, soprattutto perché da lungo tempo è solo un'espressione e non un modo di agire. E allora é proprio tempo di spremersi le meningi e agire, superando divisioni, diffidenze, gelosie, per dare spazio alle capacità locali, ai singoli punti di forza. Fare sistema, appunto.


giovedì 5 aprile 2012

Stop talking! Act!


Queste illuminate parole le ha pronunciate un noto tifoso dell'Atalanta, incidentalmente assessore al territorio della Regione Lombardia. Nulla da dire nel merito.

Però dichiarazioni analoghe Daniele Belotti ne ha fatte in almeno altre tre o quattro occasioni ufficiali. Stiamo ancora attendendo gli esiti di quei deamicisiani buoni propositi.

Se davvero crede a quel che dice, il buon Belotti dovrebbe passare dalle dichiarazioni alle azioni, se non ce la fa perché il PTQ (Partito Trasversale del "Quadrell") non glielo consente, dia forfait, si dimetta, torni felice a sventolare il bandierone nero-blu.

Apprezzeremmo comunque la buona volontà.

domenica 1 aprile 2012

Fin troppo ovvio

Cosa dicevamo nel post precedente? Che la montagna interessa finché c'é da rinnovare lo skipass, dopodiché si fotta pure. Triste constatazione verificare che sciolte le misere spruzzate di neve le cronache si sono rivolte a bariste discinte.

Peccato, perché su quel che avviene nelle nostre montagne ci sarebbe da scrivere cronache un po' più serie, a partire da quelle che ci raccontano le avventure di certi imbarazzanti personaggi, di cui non ci si libererà mai abbastanza presto, o che ci ricordano come importanti progetti rischiano di fare una fine ingloriosa (e sarebbe uno smacco per l'intera valle).

Ma non stupiamoci, nel Paese dove della montagna si pensa di poter fare a meno perché tanto la tecnologia ci mette in grado di pensare e realizzare le cazzate più assurde (tanto, state tranquilli, c'é sempre un assessore pronto a sostenerle e finanziarle), pretendere che della parte più delicata del nostro territorio si parli in termini seri e approfonditi é probabilmente un'utopia.

Altrove il vento é cambiato, sul serio, e dopo un referendum che ha posto un severo limite alle coltivazioni di villette lungo i versanti, ora si passa a politiche volte a limitare ovunque il consumo di suolo.

Un uno-due che mette all'angolo il partito dei costruttori, lo stesso che da noi invoca, un giorno sì e l'altro pure, una sanatoria, un piano casa, più opere pubbliche inutili.

Del resto, si sa, da noi il Regno di Mordor é costituito dall'articolo 18, eliminato quello, sorgerà radioso il sol dell'avvenire.

Purtroppo le cose non vanno quasi mai come si vorrebbe, e siccome l'inverno é finito da un pezzo e avanza il trittico Pasqua-25 aprile-1° maggio, sarà bene guardare avanti e vedere come andrà l'afflusso turistico in questi tre periodi chiave per capire la tendenza in vista di un'estate che arriverà puntuale. Come ogni anno.