mercoledì 16 gennaio 2013

Similitudini e altro

Quando avevo letto questa notizia per la prima volta, non le avevo forse dato il giusto peso. L'ho letta nuovamente qua, e devo dire che le similitudini con Piazzatorre mi sembrano più forti. Non che ciò sia d'aiuto, ma se non altro conferma ciò che qui diciamo da sempre, ovvero che il periodo d'oro dello sci "di massa" é chiuso e le stazioni più deboli o si reinventano o soccombono.

Da qui nasce l'importanza di un progetto turistico ad ampio spettro, che abbracci l'intero arco dell'anno e consideri la stagione invernale come una parte sì importante ma non al punto da sacrificarle tutto il resto.
Non sto più a spiegare il perché, l'ho già fatto, l'abbiamo già fatto sin troppe volte, largamente inascoltati. Amen.

Forse avranno più fortuna i promotori di questo nuovo sito, segnalatomi proprio oggi.

Com'é da sempre nostra politica, qui si ospitano tutti i commenti, tutte le posizioni, tutte le idee e i mezzi per proporle e diffonderle. Non siamo in concorrenza con alcuno, quindi, ci piace anche fare pubblicità ad altri, sperando che la nostra sia buona volontà ben investita.

Per stasera vi lascio con le parole del sindaco di Caspoggio, assai più sagge e realistiche di quelle di troppi commenti che si vanno affastellando nel forum vallare senza apportare più alcunché:  

"Siamo tutti affezionati alla nostra stazione, questo è pacifico, - chiarisce il sindaco, Diego Negrini -, però, è arrivato il momento di confrontarci con la realtà e decidere cosa fare del futuro. L'intenzione è quella di riconvertire gli impianti e svilupparne la parte bassa, da Sant'Antonio in giù. Abbiamo già presentato in autunno, in Provincia, un progetto di valorizzazione dell'area che prevede la realizzazione di una pista di raccordo, illuminata, fra Sant'Antonio e il sovrappasso fino al Centro sportivo. Si tratterebbe di trovare i 300mila euro necessari e, in fondo, se anche gli enti superiori ci danno una mano, non si tratta di una cifra alta. Dopodichè, in due mesi di lavoro la pista potrebbe essere realizzata. Una sorta di parco giochi invernale - precisa il sindaco - dotato di pista di sci, per fare la slitta, per il bob e di giochi e passeggiate capaci di soddisfare il nostro target tipo di turista: la famiglia con bambini"

Target tipo. Appunto.


domenica 13 gennaio 2013

Reset

Ora che il fungo atomico dell'indignazione si é alquanto sgonfiato lasciando posto al profluvio di ricette su come far partire gli impianti, alle quali seguirà con buona probabilità uno sbadiglio, può essere opportuno puntare l'attenzione ai ruoli esercitabili nel fragile contesto socio-economico di Piazzatorre e dell'intera alta valle.

Paolo ha già sin troppo bene delineato la strada per il cambiamento dei comportamenti privati di residenti e turisti, io vorrei proporre qualche riflessione sulle azioni che gli amministratori locali possono compiere nelle loro giusta veste, che é quella di rappresentanti di istituzioni deputate a guidare e promuovere lo sviluppo economico delle comunità da loro amministrate, SENZA, e sottolineo SENZA, che ciò debba tradursi in utilizzo improprio del denaro pubblico a sostegno di attività economicamente non autosostenibili e che, con tutto il rispetto per le leggi vigenti, solo un legislatore non già vittima delle lobbies ma composto esso stesso dai lobbisti (Daniela Santanché in testa, quale firmataria, con altri, della legge del 2003) poteva definire "di pubblico interesse" ponendo gli impianti sciistici stanno sullo stesso piano delle case di cura o di quelle attività che, effettivamente, sono volte a soddisfare esigenze individuali così massivamente diffuse da poter essere considerate esigenze collettive.

Se la chiusura degli impianti in questa stagione 2012-2013 ha avuto aspetti traumatici, ciò potrebbe non essere del tutto negativo: l'occasione é propizia per scoprire le carte e stanare i vari soggetti teoricamente coinvolti. Serve realismo, Piazzatorre da sola non va da nessuna parte, al massimo in pasto ad altri avventurieri dal mattone facile. Occorrono alleanze, comuni intenti, obiettivi condivisi.

Se, come alcuni sostengono, i mali di Piazzatorre comportano riflessi per l'intera Valle dell'Olmo e forse più, occorre provare creare un fronte coeso nell'ambito del quale tutte i Comuni interessati abbiano ruolo attivo, sopportino oneri, ricavino onori.

Io non ho piena cognizione di quale sia il bacino geografico delle attività economiche che, dal mantenimento e dallo sviluppo del comprensorio delle Torcole, potrebbero trarre benefici, ma se guardo una mappa dell'alta valle, di primo acchito mi viene da pensare che potrebbe essere più ampio di quanto si dica. Provo a stilare un elenco dei comuni (ordine alfabetico): Averara, Cusio, Lenna, Mezzoldo, Moio de’ Calvi, Olmo al Brembo, Piazza Brembana, Piazzolo, Santa Brigida, Valnegra. Questo senza allargare oltre per evitare di includere quelli, almeno apparentemente, più ricadenti nell'orbita di Valtorta o di Foppolo.

Undici, compresa Piazzatorre, un discreto gruppetto. Ora, non appartengo al novero di quelli che da da due ronzini pretendono di tirar fuori un cavallo, del resto qui non servono cavalli (intesi come purosangue) ma asini pazienti che sappiano fare squadra.

Ho letto nel forum vallare i commenti di chi favoleggia riguardo nuovi impianti tra Madonna delle Nevi e San Simone. Certo, il momento economico é decisamente propizio se lo analizziamo sotto l'effetto di qualche potente oppiaceo, e comunque basta pensarlo intensamente e un nuovo comprensorio si materializzerà tra fulgore di Arcangeli e cori di Cherubini.

Chi preferisca evitare di schiantarsi contro la realtà potrebbe, invece, convenire sulla possibilità che gli amministratori di Piazzatorre, se lo vogliono, predispongano un programma chiaro, soprattutto negli obiettivi e nella temporizzazione degli stessi, per iniziare almeno a salvare il salvabile superando i problemi sinora riscontrati e, in prospettiva, per rilanciare seriamente e stabilmente il ruolo del comprensorio "Torcole". Facciano da soli, senza consulenti che infarcirebbero le solite duecento pagine di bei concetti triti e ritriti! Con in mano tale programma, e in faccia tanta d'umiltà, dopo aver saggiato la disponibilità degli altri comuni, lo presentino ai loro amministratori, singolarmente, ne illustrino i possibili risvolti positivi per le loro comunità, ascoltino le loro esigenze e richieste, i loro entusiasmi, i loro timori, le loro diffidenze. Troveranno favorevoli e riottosi, si tengano subito stretti i primi e si sforzino di convincere i secondi, non cedano al primo tentativo.

Il tutto senza infingimenti, tranelli, inganni, senza il "dire senza dire", nella massima trasparenza e apertura.

Servirà, non servirà? Non lo so. Credo che tentare valga la pena, sarebbe un RESET, un azzerare la situazione, un cancellare tutto ciò che é stato per concentrarsi su ciò che potrebbe essere. Se un progetto sensato e fondato vedrà la luce, gli investitori seri non tarderanno a farsi vivi, la crisi non durerà in eterno, bisogna prepararsi a cogliere il momento favorevole che ne seguirà.

Piazzatorre può muoversi ora o vegetare per sempre, ma la decisione e l'azione spettano a lei, non c'é Comunità Montana o Provincia o Regione che tengano. Il tempo delle elemosine o delle compravendite elettorali é finito.



domenica 6 gennaio 2013

C'é posta per noi (ma anche per voi)

Riceviamo e pubblichiamo la nota che ci é stata spedita tramite posta elettronica (salviamopiazzatorre@gmail.com).
Rispettiamo la volontà dell'autore e non ne rendiamo pubblici i riferimenti.

Buona lettura.

p.s.: per leggere basta cliccare sulle immagini, si aprirà una finestra con le stesse sufficientemente ingrandite.


giovedì 3 gennaio 2013

Dunque dunque

Questo post non sarà breve, perciò, mettetevi comodi e rilassatevi.
Per cominciare vorrei esprimere la mia personale sorpresa, mista a soddisfazione, per il fatto che un post fatto solo dal titolo, La manifestazione, abbia generato così tanti commenti. Evidentemente l'attesa per quella riunione pubblica era tanta.
Ormai non ha senso che scriva oggi quello che non ho potuto scrivere giorni or sono.
Non so neppure se l'invocata assemblea del 2 gennaio si sia svolta, parrebbe di no, anche per i motivi ben espressi in questo commento sul topic nel forum vallare.

In tutta sincerità, ci avrei giurato. Ma anche se si fosse svolta, devo dire che avrei parecchi dubbi sulla sua utilità.

Stiamo ai fatti, la chiusura degli impianti, almeno per quest'anno non ha desertificato Piazzatorre, anzi. Gente ce n'era, tant'é che quel "nessuno" presente é stato più che sufficiente a intasare i pochi parcheggi disponibili (e torna il tema della capacità del paese di reggere in termini di servizi!). 
La situazione é triste, seria, non é detto sia irreversibile. Non é nemmeno detto sia complessa, potrebbe solo essere complicata, magari molto complicata.

Perché le cose volgano al meglio occorrono, tuttavia, innanzi tutto due cose: trasparenza e cambiamento.

Trasparenza nella comunicazione, negli approcci tra le parti in causa, cambiamento negli atteggiamenti (di tutti, turisti compresi).

E allora diciamo subito che no, signor Sindaco, il suo comunicato del primo gennaio é solo apparentemente trasparente, perché omette un dettaglio importante e omettendolo le consente di fare un'affermazione non corretta e fuorviante.

Quando Lei dice che [il proprietario della stazione di partenza] "non è mai stato disponibile ad un contratto di sei anni, per ragioni che non ha mai esplicitato prima e che – apparse in gran numero soltanto in seguito sui giornali e sul web – non riguardano aspetti di sua competenza ma esclusivamente dell’Amministrazione Pubblica, quali le garanzie sul Gestore degli impianti, l’insostenibilità economica dell’intero progetto, il fallimento della società Valle dell’Olmo, le difficoltà di bilancio del Comune, l’inaffidabilità degli altri interlocutori, ecc.", omette di dire che il signore in questione é il padre di un consigliere comunale di minoranza il quale a sua volta é presumibilmente interessato alla redditività delle attività familiari, in relazione alle quali, é parimenti presumibile, egli discuta, appunto, in famiglia.

Senza voler in alcun modo prendere posizione a favore del soggetto di cui si parla (peraltro, fin troppo crocifisso dagli ultrà pro-ski), dovremmo, forse, pretendere tutti quanti che vi sia una sorta di dissociazione mentale per la quale in veste di privato, il suo consigliere d'opposizione ignori ciò che sa e conosce in relazione al ruolo istituzionale ricoperto? Dovremmo pensare che sarebbe più opportuno che egli agisca in pieno conflitto d'interessi, e pur sapendo che "sotto il vestito niente" (poche balle, non esiste uno straccio di business plan per le Torcole!) ricavi un utile immediato per sé a danno della collettività che verrebbe nuovamente beffata in poco tempo? Forse il suo consigliere ha sentito nominare la Corte dei Conti qualche volta, a Lei questa espressione suggerisce nulla?
Si rende conto, signor Sindaco, che Lei stesso, forse inconsciamente (si rilegga le parole in neretto) sta dicendo che l'idea che ha, in buona fede e buona volontà, perseguito, ha le fondamenta sulla sabbia?
Si é accorto, ancora, che qualcuno le ha chiesto a chi Botta abbia venduto la Piazzatorre Ski Area e che dal Suo comunicato non si evince alcuna risposta in merito? Allora rifaccio la domanda anch'io: a chi appartiene oggi Piazzatorre Ski Area? E mi consenta un'altra domanda: perché mai dovrebbe essere compito del Comune dare garanzie sul Gestore degli impianti? E offrendo cosa? Ciò spetta, semmai al proprietario degli stessi, ovvero a colui che li dà, appunto, in gestione. Ma questi, non é forse Alta Quota? Sarebbe il Comune? Nel caso chiedo venia, mi sono perso qualche puntata, mea culpa.

E veniamo al secondo ingrediente, il cambiamento.
Qui non ci son Santi, o si cambia o si muore. Però si deve cambiare tutti.
Non basta pretendere (dai piazzatorresi) si deve anche dare (come turisti), su questo tasto, tanto spiacente per chi non se ne fa una ragione, continuerò a picchiare. Che a Piazzatorre vi siano problemi di conflittualità, di scarsa professionalità/volontà nello svolgere i servizi al turista, di vaga e incerta cultura dell'accoglienza, lo sappiamo, ce lo diciamo da anni.
Ma sia chiaro, o cambia l'atteggiamento di troppi signorini e signorine abituati a lamentarsi di tutto e a starnazzare lo slogan "pago-pretendo", o non si farà molta strada. Coloro che si fan venire le eruzioni cutanee se non hanno l'uscio di casa con vista sulle piste, beh, se n'andassero pure altrove. Grazie e a non rivederci. 
Tanto per cominciare, a chi rivendica che la sua IMU dovrebbe tradursi in servizi occorre ricordare che l'IMU si chiama così perché é un'IMPOSTA, non una TASSA. Le imposte finanziano prima di tutto spese correnti, poi, se avanza qualcosa, contribuiscono a pagare i costi dei servizi. Quindi, no cari miei, scordatevi che con la vostra IMU il Comune possa acquistare gli impianti.
Sintesi: da una parte interrompere la tradizione plurisecolare per cui a Piazzatorre i "foresti" non hanno voce nelle decisioni (leggere "Gente di Piazzatorre" per credere), cambiare atteggiamento nei confronti degli ospiti e piantarla di voler essere più montanari e rustici di quanto non si sia davvero, dall'altra mettere in soffitta approcci di sufficienza, fastidio e supponenza da bauscia.

Bene, resta da chiarire cosa si può fare. Una bazzeccola no? No.

Prima di sparare soluzioni (a leggere il forum vallare sembra di essere a un passo dalla costituzione di una S.p.A. o di una S.C.a R.L. i cui soci dovrebbero essere i volenterosi ed entusiasti proprietari di seconda casa, sì ciao) sarebbe bene stabilire un percorso a tappe verso una meta. Quest'ultima é nota, unificare i due comprensori, e renderli fruibili. I modi per arrivarci possono essere diversi, sicché prima di decidere di buttarsi a capofitto su una strada piuttosto di un'altra (come fu fatto con l'infausta e demenziale operazione PII) é indispensabile costruirsi scenari plausibili degli eventi conseguenti a ogni singola scelta, con pro e contro. Tempi e fasi: non é necessario raggiungere la meta in un anno e neanche in due, magari ne occorreranno cinque o dieci, don't panic! Essenziale decidere le fasi, le tappe, i traguardi intermedi, chiamateli come vi pare. Un passo alla volta si arriva ovunque.

Capire i problemi: la stazione di partenza, intendendo i diritti di proprietà sulla stessa, é un problema reale? Se sì va risolto, per primo. Se no, si dimostrerebbe che sino ad oggi ha prevalso l'irragionevolezza. Se va risolto, cuore in pace e mano al portafogli. E non speriate troppo nell'esproprio forzoso, ammesso che vi siano davvero le ragioni di pubblica utilità per avviarne il procedimento, cosa di cui dubito assai, affogherebbe nei ricorsi giurisdizionali. Vi bastano vent'anni di gradi di giudizio come disincentivo?

Modelli di riferimento: possono servire ma non é il caso di impiccarsi ad essi. Leggo, nel solito forum, la magnificazione di Selvino, una bella località senz'altro, ma avete valutato dove iniziano e finiscono le analogie con Piazzatorre? Sapete, vero, che Selvino ha oltre quattro volte i residenti di Piazzatorre, quasi il doppio di quelli di Piazza Brembana? Che la sua posizione, la sua accessibilità, la sua esposizione, l'orografia del suo territorio sono dannatamente più favorevoli? Per contro, sapete che Aviatico (il posto dove si scia a Selvino) é una cacchina rispetto alle Torcole? Ok, allora piano con i paragoni.

Redditività. E' fondamentale accettare un principio: gli impianti devono stare in piedi da soli, punto. Lo so che in questo strano paese tutti sono liberal/liberisti quando c'è da inculare gli altri (scusate il francesismo) e statalisti/comunitaristi quando bisogna difendere il proprio interesse, però, anche qui, o si cambia o si muore. Chiedere l'intervento pubblico per rilevare gli impianti, o sostenerne la profittabilità, é semplicemente inaccettabile eticamente, e devastante economicamente. Trovo immorale esigere di porre a carico della collettività tutta, compresi quei piazzatorresi che non hanno mai vissuto, non vivono né mai vivranno di turismo ma si alzano dal letto alle quattro per essere a Milano alle sei, i costi di un'attività la cui redditività é incerta. Economicamente i nodi verrebbero comunque al pettine in tempi più brevi di quel che ci si aspetta, e state certi che il Comune finirebbe in dissesto, con tutte le conseguenze del caso.
Ofeleé fa el to mesteé: il Comune faccia il Comune, gli imprenditori facciano gli imprenditori, i palazzinari se ne stiano alla larga!

Le autocandidature all'ipotetico tavolo di lavoro: un coraggioso si é fatto avanti con tanto di mail e numero di cellulare, ha dimenticato il curriculum. Non sono ironico, a fare i consulenti esterni aggratise (nonché i rompicoglioni, secondo francesismo della serata) ci siamo già noi, chi si fa avanti per ruoli operativi deve fornire garanzie su sé stesso, ci pensi. Senza curriculum erano pure i due di Alta Quota.

Se si comprende e accetta tutto questo si é già a buon punto, ci sono davvero le basi per sedersi attorno a quel tavolo che in tanti invocano.

UPDATE del 4 gennaio 2013: sul forum vallare compare questo commento dell'utente "toxy". Giova precisare che la legge regionale n. 10/1998 é stata abrogata dalla successiva legge regionale n. 25/2007 "Interventi regionali in favore della popolazione dei territori montani", nella quale (a me) non risulta vi siano più riferimenti alla pubblica utilità degli impianti sciistici.

Diversa la questione riferita alle "aree sciabili attrezzate" di cui alla legge regionale n. 10/2004:

Art. 36.

Area sciabile, area sciabile attrezzata, piste.
1. Su proposta delle comunità montane, conforme agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, la Giunta regionale delimita le aree sciabili, previo parere del comitato consultivo per le aree sciabili. Costituisce area sciabile la superficie nell’ambito della quale le comunità montane territorialmente competenti possono autorizzare l’apprestamento di una o più piste destinate alla pratica degli sport sulla neve.
2. La porzione di area sciabile sulla quale la comunità montana ha autorizzato l’apprestamento di una o più piste costituisce area sciabile attrezzata. L’area sciabile attrezzata comprende anche gli impianti di risalita e gli impianti d’innevamento, ove presenti.
3. L’autorizzazione all’apprestamento di una pista di cui al comma 2, unitamente alla delimitazione dell’area sciabile di cui al comma 1, costituisce, ai sensi dell’articolo 2 della legge 363/2003, individuazione dell’area sciabile attrezzata e, pertanto, equivale a dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza e rappresenta il presupposto per la costituzione coattiva di servitù connesse alla gestione dell’area, previo pagamento della relativa indennità, quantificata consensualmente dal beneficiario della servitù e dal proprietario del fondo servente, con applicazione di quanto previsto dall’articolo 1032 del codice civile qualora l’accordo non venga raggiunto.


Per come lo leggo io, il comma 3 dovrebbe riguardare solo i NUOVI impianti, non anche quelli già esistenti, ma su questa materia la parola passa agli avvocati.